Inpgi in Inps: passaggio indolore. Garantiti diritti acquisiti

10.02.2022 19:49

Macelloni: “Inpgi continuerà a tutelare la parte in crescita della professione: con il passaggio in Inps, siamo riusciti a ottenere la migliore soluzione possibile, perché sia giornalisti dipendenti che pensionati saranno garantiti dalla previdenza pubblica. Inpgi continuerà ad esistere e si trasformerà, rimanendo un presidio fondamentale di difesa e tutela di questa professione”.

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Come cambia la busta paga e il futuro dei giornalisti» organizzato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e dall’Istituto di previdenza dei giornalisti con il patrocinio dell’Inps. “Abbiamo lavorato per portare a casa 3 cose: il riconoscimento della nostra storia, aver mantenuto tutte le prestazioni, passate e maturate, in essere. La tutela dei lavoratori dell’Inpgi: nessuno perderà il posto di lavoro perché Inps garantirà il posto di lavoro ad almeno 100 persone. E infine il mantenimento di una cassa privata, Inpgi2, che continuerà a garantire i giornalisti che svolgono la professione in modo autonomo. L’Istituto continuerà a esistere a tutelare la parte in crescita della nostra professione, che è la parte più debole e bisognosa di garanzie e tutele”. Di seguito l’intervento di Marina Macelloni, Presidente dell’Inpgi.

Mimma Iorio, Direttore Generale Inpgi, ha invece ripercorso le tappe che in 50 anni hanno portato in Inpgi tutte le categorie di giornalisti (praticanti, cine operatori, pubblicisti, uffici stampa pubblici). “In tutti questi anni l’Istituto ha cercato di interpretare al meglio il ruolo che la costituzione ci ha riconosciuto ovvero assicurare la previdenza e l’assistenza dei giornalisti”, ha dichiarato. “In questi ultimi anni, abbiamo visto triplicati i nostri interventi nell’erogazione delle disoccupazioni, casse integrazioni e contributi di solidarietà che sono passati da zero a +700%”. Di seguito l’intervento di Mimma Iorio, Direttore Generale Inpgi.

Per il numero 1 dell’Inps Pasquale Tridico “sono state messe in campo migliori soluzioni per la transizione di Inpgi senza problemi in Inps. Dal 1° luglio 2022 per i giornalisti dipendenti varranno le regole uguali che valgono per i lavoratori del Fondo lavoratori dipendenti. Non c’è nessuna causa di tipo gestionale, nessun problema organizzativo. C’è solo un problema di chi entra nel mercato del lavoro, che è la metà di chi esce, che dà origine al disavanzo strutturale. Questo governo ha preso di petto la situazione e ha fatto bene. Ha realizzato il miglior compromesso possibile contemperando anche le legittime aspettative dei lavoratori autonomi, dell’indipendenza della categoria dei giornalisti. Aver lasciato fuori l’Inpgi2 lascia il presupposto per un’evoluzione privatistica della professione”. Segue l’intervento di Tridico, Presidente INPS.

Anche per il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles, il passaggio “è la soluzione più equa ed equilibrata possibile. Quella del commissariamento, infatti, sarebbe stata una non soluzione, che avrebbe finito per penalizzare l’intero sistema dell’informazione. La questione dell’Inpgi è uno dei tasselli fondamentali dell’intera filiera del sistema dell’editoria”. Il sottosegretario ha poi ricordato che è al lavoro “una commissione tecnica che avrà il compito di sviscerare tutte le possibili iniziative ed idee, ascoltando tutti gli stakeholders, su quale sia lo strumento più utile ed efficace per rilanciare il settore delle agenzie di stampa”.

Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro sottolinea quanto “l’equilibrio inserito nella legge di stabilità garantisca diritti acquisiti ed abbia permesso che il passaggio di Inpgi in Inps avvenisse nel modo più indolore possibile. Bisogna guardare all’equilibrio di sistema e ai diritti delle persone. Oggi che cerchiamo di portare avanti l’universalità dei diritti su assegno unico e ammortizzatori sociali non potevamo lasciare indietro una categoria di soggetti così importanti per gli equilibri democratici del nostro paese”. Segue l’intervento di Marina Calderone, Presidente del Cons. naz. Ordine dei consulenti del lavoro.